La Prestazione Occasionale è uno strumento che rientra nel settore del lavoro ma anche nell’ambito della Fiscalità, in questa guida andremo a vedere nel dettaglio quali sono le normative in termini di legge, lavoro e fisco che regolano questo strumento, vedremo quali sono le principali caratteristiche, quali sono le persone che possono beneficiarne, quali sono i limiti di utilizzo e come compilare una ricevuta quando ci si avvale di questo strumento e come dichiarare i compensi percepiti attraverso questo strumento, nonchè le ultime novità aggiornate al 2020.

Prestazione occasionale: informazioni di base

Quando si parla di Prestazione Occasionale, come suggerisce il nome stesso di questo strumento, ci si riferisce ad una prestazione lavorativa che viene svolta occasionalmente e non in forma continuata e durevole nel tempo, stiamo quindi parlando a tuttu gli effetti di una modalità di retribuzione che sotto il profilo fiscale ha delle regole ben precise.

Mediante l’uso di questo strumento una persona può ricevere un compenso economico per aver svoloto una prestazione lavorativa di qualsiasi natura essa sia e questo avviene senza la sottoscrizione di nessun contratto di lavoro subordinato, il requisito essenziale per potersi avvalere di questo strumento e la non continuità delle presentazioni lavorative.

Prestazione occasionale: a chi è rivolto questo strumento?

Come abbiamo visto sopra questo strumento nasce per colmare un vuoto normativo e fiscale per tutte quelle persone che saltuarimente svolgo delle prestazioni lavorative in cambio ovviamente di una retribuzione, principalmente questo strumento può essere utilizzato da tutti coloro che:

  • sono disoccupati
  • lavoratori che non hanno ancora partita iva e svolgono saltuariamente dei lavori
  • liberi professionisti senza partita iva
  • lavoratori dipendenti che saltuariamente svolgono prestazioni lavorative non continuative
  • pensionati che saltuariamente svolgono prestazioni lavorative non continuative

Questo strumento non è assolutamente pensato per svolgere lavori continuativi o per percepire grosse somme di denaro per evitare di pagare meno tasse, la Prestazione Occasionale ha infatti dei precisi limiti sotto il profilo economico che andremo a vedere di seguito.

Prestazione occasionale: quali sono i limiti di guadagno

Sull’aspetto dei guadagni spesso si creano molte confusioni spesso si legge che chi si avvale della prestazione occasionale non può superare i 5.000 euro di guadagno all’anno, in reltà questo strumento non pone limiti di fatturato o guadagno, il limite dei 5.000 si riferisce più che altro all’aspetto fiscale e contributivo.

Altra falsa informazione che spesso si legge online o nei forum è che superati i 5.000 euro di guadagni all’anno la persona sia obbligata ad Aprire una Partitva IVA, nulla di più sbagliato l’apertura di una Partita IVA avviene solo quando l’attività lavorativa o professionale viene svolta in maniera abituale e continuativa nel tempo, quando viene a mancare l’occasionalità delle prestazioni lavorative.

Ma facciamo un esempio pratico per compredere meglio questo aspetto.

Prendiamo il caso di un web designer che realizza siti e lo fa esclusivamente nel tempo libero o nel fine settimana, due volte al mese, i suoi guadagni superano i 5.000 euro all’anno, cosa fare è necessario aprire Partita IVA?

Assolutamente no, l’attività lavorativa che viene esercitata non è abituale, ed in questo non influisce il volume dei tuoi compensi.

Altro aspetto che riguarda il limite dei 5.000 arriva dal fisco infatti secondo l’attuale normativa vigente, tutti coloro che percepiscono in maniera occasionale cifre che non superano i 4.800 euro all’anno sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Infatti al di sotto di questa soglia il reddito percepito può non essere inserito nella dichiarazione, la normativa prevede infatti che l’IRPEF fino a guadagni percepiti non oltre i 4.800 euro all’anno non sia dovuta e per tanto non è necessario dichiararli con la dichiarazione dei redditi.

Alla luce di quanto detto è chiaro che il famoso limite di 5.000 euro non è assolutamente dipendente dalla prestazione occasionale ma da aspetti legati alla dichiarazione delle somme percepite e ai contributi previdenziali che vanno versati in determinate situazioni.

Emissione della ricevuta per Prestazione Occasionale

Chi riceve compensi economici a fronte di una Prestazione Lavorativa Occasionale dovrà rilasciare un’apposita ricevuta che ricordiamo non ha nessun valore fiscale.

La ricevuta che viene rilasciata a fronte di una Prestazione Occasionale ha carattere di “quietanza di pagamento“, ciò significa che la ricevuta certifica l’avvenuto pagamento della prestazione lavorativa o professionale, proprio per questo motivo è sempre consigliato di emettere la ricevuta non prima dell’avvenuto pagamento.

La ricevuta per una Prestazione Occasionale può essere scritta tranquillamente con un programma come Word e poi stampata su un comune foglio A4, è importante che all’interno della ricevuta ci siano le seguenti informazioni che sono obbligatorie:

  • Dati anagrafici di chi rilascia la ricevuta;
  • Dati anagrafici della persona per cui si svolge il lavoro (committente);
  • Data di emissione e il numero progressivo d’ordine della ricevuta;
  • Corrispettivo lordo concordato della prestazione lavorativa;
  • L’eventuale ritenuta d’acconto (pari al 20% dei compenso lordo). Questo solo se il committente è un “sostituto d’imposta“;
  • L’importo netto che è stato pagato dal committente.

Sempre in riferimento alla ricevuta va ricordato che la ritenuta d’acconto del 20% devrà essere applicata in riduzione della somma lorda che si ricevere per la prestazione lavorativa, poichè si tratta di un mero acconto sulle imposte da pagare che il committente è tenuto a trattenere e versare all’erario per conto del soggetto che presta la propria attività professionale.

Ricordiamo infine che la ritenuta d’acconto va applicata solo nei nei confronti dei sostituti di imposta (articolo 23 del DPR n 600/73) che sono:

  • Imprese e professionisti (che non applicano il regime forfettario);
  • Società di persone e di capitali;
  • Associazioni ed enti di ogni tipo;
  • Condomini.

Nel caso in cui si deve emettere una ricevuta ed il committenete rientra in uno dei sostituti d’imposta che abbiamo appena evidenziato sarà quindi obbligatorio inserire la ritenuta secondo il seguente schema:

Compenso lordo della prestazione occasionale € 1.000
Ritenuta di acconto del 20% € 200
Compenso netto da corrispondere € 800

Quando si emette la ricevuta ricordiamo anche risulta obbligatorio l’apposizione della marca da bollo da € 2,00, poichè si tratta di una ricevuta non fiscale, la marca va apposta solo nel caso in cui la somma riportata nella ricevuta superi l’importo di 77,47.

La marca da bollo di 2 euro se prevista dovrà riportare una data anteriore rispetto a quella di emissione della ricevuta, in caso contrario si incorre in una sanzione.

Ricordiamo infine che nel redigere la ricevuta è molto importante la data che viene apposta sulla ricevuta che deve essere obbligatoriamente quella in cui il prestatore ha ricevuto il compenso da parte del committente.

Prestazione occasionale: Requisiti e Novità 2020

Quando si parla di lavoro, fisco e guadagni nel corso del tempo le normative e le regole possono essere cambiate dal legislatore, per tanto è sempre bene informazioni anche in base alle ultime novità introdotte per evitare di commettere errori che possono poi sfociare anche in sanzioni.

In base quindi alle ultime novità aggiornate al 2020 ricordiamo brevemente quali sono i requisiti richiesti per poter utilizzare lo strumento della Prestazione Occasionale:

  • nessun vincolo di subordinazione,
  • assenza di vincoli di orario,
  • raggiungimento di un risultato,
  • libertà nella scelta delle modalità tecniche di esecuzione del lavoro da parte del prestatore,
  • unicità della prestazione,
  • compenso determinato in funzione dell’opera eseguita,
  • assunzione del rischio economico da parte del prestatore,
  • se il compenso annuo supera i 5000 euro, i contributi previdenziali da versare alla Gestione separata Inps spettano per 2/3 a carico del committente.

Per quanto concerne i contributi previdenziali e l’iscrizione alla Gestione separata INPS in base alle ultime novità introddotte ricordiamo che risulta essere obbligatoria solo nel caso in cui il reddito percepito all’anno supera la soglia dei 7000 euro.